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28-29-30 Maggio 2017

La strada Semonzo-Campo Croce-Cima Grappa chiamata “Strada Giardino”, fu realizzata nel 1918 su disposizione del Generale Gaetano Giardino, comandante dell’Armata del Grappa. Larga in origine 5,50 metri, lunga 20 Km con pendenza media dell’ 8%, era destinata a supportare il traffico logistico ed il rapido movimento di truppe e serviva quale alternativa alla Strada Cadorna che in alcuni punti era soggetta al tiro nemico. Dimenticata per molti anni è tornata in auge agli albori del XXI secolo per merito del Capitano di Pedale Sergio Cappato che in una tarda giornata di primavera alla guida di un drappello di abili scalatori rivaltesi raggiungeva con viva e vibrante soddisfazione la vetta del Monte Grappa , senza subire perdite e senza sparare un solo colpo di cannone.

Parteciparono alla spedizione:

Leo: di indubbie origini calabresi e aiutante di battaglia di Cappato, detto il “Camoscio della Sila” coinvolgeva durante il percorso dei civili disarmati.. al grido di :”cifainafoto..vienipiu’vicino” !!

Enzo: Fine stratega e bravo a leggere e capire le mappe piegate di Cappato, senza di lui mai saremmo arrivati in vetta, ferito in precedente combattimento non ha mai marcato visita ed ha continuato sempre la dura lotta. Un esempio di fedelta’ e attaccamento all’arma per le generazioni future. L’unico ad essere abilitato per la conduzione ed i “ consumi” dei mezzi pesanti ( grazie ancora !)

Claudio : ex corazziere e militare di lungo corso. Famoso per avere combattuto in Egitto a fianco delle truppe di basket ribelli dei “ Kus Kus”. Un vero mago del self-control. Sulla seconda salita del Monte Pallon esprime apprezzamenti misurati nei confronti del Capitano.. (Ma non erano finite ste cazzo di salite!!) .

Massi Albertin : di chiare origini venete, si diverte perchè si trova “ si so teren”, punto di riferimento del plotone grande narratore di storie di guerra e aneddoti. Sulla salita al Grappa ha delle visioni e pedala con un invisibile “ cerchio sulla testa” viste le dimensioni del suo elmetto pensiamo che il cerchio fosse veramente grande .
Dopo la battaglia, come consuetudine, si butta sul letto e dorme “alla texana”. Un vero fenomeno.

Riku : originario di Lusiana nelle vicinanze di Bassano, pur lesionato al gomito da una pallottola inesplosa combatte a fianco dei suoi compagni allegramente. Degno di nota il passaggio della borraccia all’amico Claudio, un gesto come lui stesso ha detto almeno una ventina di volte.. che fa bene al ciclismo.!!

Sergio : conquistatosi i gradi di Capitano nelle campagne dei Pirenei, Trentino e Abbruzzo gode della stima e affetto dei suoi soldati. Al posto della baionetta usa una strano aggeggio detto “el piron”. Non da riferimenti ai nemici ed a volte, a tarda sera, dopo le cene con il Tenente “Negroni” suo caro amico, emette dei suoni da decifrare..tipo “ lililililili..lilililli”.Dopo questi notti, il giorno dopo salta in sella freschissimo. Questo recupero inspiegabile è attentamente studiato da un equipe medica dell’Amedeo di Savoia di Torino.

Grazie a tutti voi per avere reso speciali queste giornate.
Un abbraccio.

 

Un amico speciale che pedala senza fermarsi mai più…ciao Riku